di SIMONE IPPOLITI – Adelina (33 anni), Francesco (26 anni), Luca (47 anni), Mirko (19), Micaela (71 anni). È questo l’ultimo triste elenco delle vittime della Via Salaria. Una consolare super frequentata, da chi si reca a lavoro, chi vuol far visita ad un amico o per chi, decide un giorno, di fare una gita fuori porta. Ma se da Roma a Passo Corese c’è una doppia alternativa come la Tiberina e l’autostrada, dal paese sabino, in direzione Rieti, la scelta è obbligata. Extraurbana secondaria: è questa la categoria alla quale appartiene la Via Salaria con le sue due corsie, una per senso di marcia. Non è tanto l’aspetto legato alla sicurezza della strada ad annoverarla come pericolosa, ma sono le sue caratteristiche: un ibrido vero e proprio. Corsie troppo strette per raddoppiarle, ma paradossalmente tanto larghe da indurre e, a volte, “costringere” i guidatori ad azzardare sorpassi, cambi di direzione, manovre avventate.

Nell’ottobre 2017 è stato presentato da ANAS un piano di potenziamento e riqualificazione della Via Salaria. Un documento in sintesi che nelle sue 38 slide (facilmente reperibili sul web) annuncia quali interventi verranno effettuati per un totale di 650 milioni di euro da Roma ad Ascoli Piceno (171 milioni per lavori di manutenzione straordinaria; 354 milioni per opere di potenziamento; 97 milioni per interventi di ripristino dei danni subiti a causa del sisma e 24 milioni per l’introduzione di infrastrutture tecnologiche). Spulciando il documento, balza all’occhio l’impegno di realizzare corsie supplementari per i veicoli lenti per un totale di 12 kilometri circa, negli strappi di salita compresi tra il km 36.4 e il km 64.
Questa tipologia di corsia è molto utilizzata nei paesi del nord ed è un modo per agevolare lo scorrimento del traffico ed evitare rallentamenti. In sostanza, i mezzi lenti la occupano e lasciano via libera a quelli più veloci. In particolare, nel tratto compreso tra il km 56.2 e il km 64, è prevista anche la realizzazione di un’inversione di marcia. Proprio lì, nel cuore, troviamo il maledetto km 60, uno dei tratti più pericolosi della Via Salaria, con una serie di curve prima del rettilineo in direzione Poggio San Lorenzo dove, negli ultimi 9 anni, si registrano 8 morti e una trentina di feriti gravi.

Un bollettino di guerra impressionante che non può e non deve essere nascosto. Lungo tutta la Via Salaria, fiori e lapidi fanno da contorno alla carreggiata, se ne contano molti, troppi, impossibili non notarli. Amici, genitori, figli che oggi non ci sono più. Rendere più sicura la Via Salaria diventa oggi più che mai un’esigenza improrogabile.

ECCO LA PAGINA DI QUI NEWS NELL’EDIZIONE DEL 15 NOVEMBRE 2018

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