di GABRIELLA TORRE/SANT’ORESTE – Doveva rappresentare un’occasione di lavoro per tanti giovani del nostro territorio. Doveva incarnare, con i suoi mattoni e i suoi ampi parcheggi, la comodità e la qualità di un’offerta senza paragoni proprio dietro l’angolo. Doveva diventare luogo d’incontro e di relax con i suoi viali ordinati, i suoi bar e ristoranti e i suoi alberi perfettamente potati. Doveva. Invece l’outlet Ponzano-Soratte, giorno dopo giorno ha perso pezzi come un castello in rovina. Pezzi di carne però, persone vere, commercianti che avevano deciso di credere in quella possibilità e che adesso si ritrovano a guardare la verità per quella che è: viali deserti, saracinesche abbassate e vetrine abbandonate anche dai manichini.

Dei già pochi negozi che avevano investito nel progetto, in pochissimi sono rimasti: quelli piccoli sono caduti vittime di insignificanti profitti e spese affossanti, le grandi catene si sono limitate a chiudere quegli store lasciando ovviamente i dipendenti a doversi reinventare un lavoro. 400 in totale i posti di lavoro a pieno regime, ricoperti da persone provenienti da Poggio Mirteto, Stimigliano, Forano, Passo Corese, Nazzano etc. Persone che lavorano o ha lavorato in una struttura che, ora come ora, sembra una cattedrale nel deserto e non un centro commerciale, se si escludono quei pochi commercianti che stoicamente ancora resistono. Una situazione spinosa che è balzata anche alla cronaca della politica nazionale: addirittura un’interrogazione parlamentare si è occupata dell’Outlet e del suo futuro. 400 posti di lavoro non sono poi così pochi, soprattutto ripensando agli investimenti utilizzati per erigere la struttura stessa.

Andrea Ferro, parlamentare PD, nel gennaio del 2015 ha inviato un dettagliato testo al ministro Guidi in cui, partendo dalla nascita del progetto outlet, si arrivava alle funeste conclusioni dovute alla crisi del gruppo Cesi, proprietario dell’intero immobile. Stretto nella morsa di banche e finaziatori, il gruppo ha dovuto infine optare per la vendita dell’immobile, ma la struttura ha perso valore arrivando a circa un quarto di quello che i liquidatori immaginavano. Da quel momento è cominciato il valzer dei possibili acquirenti: dagli Stati Uniti alla Cina, sulle pagine dei giornali locali si sono susseguiti nomi di possibili investitori. Tante ipotesi, qualche indiscrezione, nessuna certezza.

Questo fino a qualche settimana fa, quando il miracolo tanto atteso alla fine sembra essere giunto con l’interessamento di Antonio Percassi, patron dell’Atalanta Calcio ma soprattutto leader del gruppo Percassi, l’azienda che ha realizzato la lussuosa e scintillante struttura nella Valdichiana toscana. E a quanto pare questo dovrebbe essere il futuro del Soratte Outlet: potenziato e riqualificato diventerà il nuovo polo del lusso della Sabina. Non si hanno dati certi sull’inizio dei lavori, ma cosa ancora più importante non si sa se ci sarà o meno collaborazione con le realtà commerciali ancora presenti nella struttura. Tutto al momento sembra rimandato alla primavera-estate del 2018. C’è da chiedersi quante reali possibilità di successo possa avere questa nuova impresa anche in virtù di quei 400 posti di lavoro a cui, a buon bisogno, corrispondono altrettante famiglie. Restiamo in attesa della prossima bella stagione, sperando possa essere foriera di buone notizie. Per tutti.

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