Questa volta voglio parlarvi di viaggi… voi direte: per caso hai cambiato rubrica? No! Dei viaggi fatti con la mia famiglia, nella bellissima terra di origine di mia madre, la Sicilia! Terra per antonomasia del gelato e ancor più della granita, da gustare in special modo con la brioscia! Questo dolce fresco accompagna i mesi caldi dei siciliani, e “ u càvuru in Sicigghia… je tantu!!”. Si consuma a colazione, accompagnato da una calda brioscia, nelle mattine d’estate. Stessa cosa per il gelato con la brioscia che i veri siciliani lo tramutano in un vero e proprio pasto. La miglior granita? Meglio a Messina, dice qualcuno. La densità è quella corretta, lo zucchero è un poco più accentuato, la consistenza, legata alla temperatura, è quella che deve essere: non è mai ghiacciata e non è mai liquida, è un mistero capire come accada, ma accade. Meglio a Catania, dicono altri, certamente etnei. La granita qui è un po’ più aspra e morbida, quasi una densa crema.Inoltre, se chiedete a un messinese quale è la granita per eccellenza, vi risponderà senza esitare “la mezza con panna”: servita in un bicchiere di vetro con una soffice e calda brioscia.

A ruota seguono la cremolata di fragole e quella di limone. La granita catanese si contraddistingue per la varietà di sapori e per una fattura più originale. Qui, molto diffusi sono il gusto al pistacchio (originario di Bronte), alla mandorla (la minnulata catanese, su cui si versa un goccio di caffè caldo) ed i gusti alle frutta: pesca, fragola e gelsi neri, perché quelli bianchi, non mantengono sufficiente sapore. Infine, mi piace ricordare un picco
lissimo bar a Sferracavallo, un paesino del Palermitano tra Tommaso Natale e Isola delle Femmine dove zu’ Michele, ogni sera, per anni, preparava la sua granita al limone fresca spremendo i limoni con una mano, mentre nell’altra teneva una sigaretta che si consumava da sola. Anziano di un’età indefinita, aveva i modi sbrigativi di chi non deve conquistare i clienti, tanto vengono lo stesso. E se non vengono, fatti loro. Spazientito invitava ad aspettare ancora un momento, per poi dire a mezza bocca… «chi a’ granita iè pronta!!».

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