Non esiste un’unica soluzione per tutti. In un percorso nutrizionale volto al raggiungimento di un obiettivo prefissato come la perdita di peso o il controllo di una situazione patologica, non esiste un’unica via. Non ci sono alimenti che siano adatti a tutte le persone. I consigli alimentari che leggiamo continuamente su riviste o che ascoltiamo in tv sono indirizzati ai soggetti sani: come per gli abiti, ci sono quelli preconfezionati che sono adatti a diverse persone con caratteristiche simili, ma che chiaramente non saranno mai perfetti come quelli sartoriali che si conformano sulle caratteristiche del singolo. È chiaro perciò che chi soffre di gastrite oppure di colite potrebbe non trarre giovamento dal seguire le linee guida per una sana alimentazione italiana.

Anche lo stesso IMC (indice di massa corporea) in base al quale si distinguono normalmente sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità, si basa sul semplice rapporto peso su altezza al quadrato. È un valore che può darci un’idea della situazione del nostro stato di forma, ma non tiene conto di casi più o meno particolari come la presenza di una importante massa muscolare oppure di un edema, cosicché un bodybuilder secondo l’IMC risulterebbe probabilmente obeso. I rapporti fra i nutrienti raccomandati nelle linee guida sono adeguati per la popolazione generale sana e con un livello medio di attività fisica. Ovviamente però, non è possibile trattare allo stesso modo un paziente non deambulante, un atleta, un diabetico, un culturista, un paziente affetto da patologia renale etc. Esistono diverse strategie possibili per affrontare le diverse situazioni. Anche alla semplice domanda “frutta a pasto o fuori pasto” non si può rispondere in modo univoco perché dipende dalle condizioni fisiopatologiche della persona.

Non sarà lo stesso se il soggetto è diabetico, se è sportivo, se ha disturbi gastrointestinali etc. Inoltre, la personalizzazione può e deve essere realizzata ai fini di una migliore accettabilità del percorso sul lungo termine, tenendo conto delle abitudini quotidiane, delle esigenze organizzative, dei gusti personali , dell’attività fisica svolta, cercando di salvare e rispettare ciò che è buono e invece eliminare e correggere ciò che non lo è. Infine, è bene precisare la differenza che c’è fra un regime dietetico temporaneo volto al controllo e alla risoluzione di una condizione e la costruzione e il mantenimento di una alimentazione equilibrata che ci deve accompagnare nel lungo periodo. In questi casi i rapporti fra carboidrati grassi e proteine possono anche essere molto diversi.

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