di SIMONE IPPOLITI / MONTEROTONDO – C’è rabbia, delusione e tanta tristezza nelle parole di Giampaolo Matrone che in esclusiva a Qui News racconta Rigopiano, a un anno di distanza. È rimasto sotto le macerie di quel maledetto Hotel per più di 60 ore. Ora porta i segni visibili di quella sofferenza. Un braccio e una gamba sottoposti a ore giornaliere di fisioterapia, ma soprattutto deve convivere con il dolore di aver perso Valentina, sua moglie, la madre della loro figlia Gaia.
Ho deciso che questo mese di gennaio lo voglio dedicare ai 29 angeli di Rigopiano, lasciando da parte tutti i problemi che stiamo vivendo a livello burocratico e di giustizia, che vi assicuro sono tanti. Con il comitato delle vittime vogliamo ricordare chi non c’è più, lasciare un pensiero per chi a Rigopiano ha perso la vita. La tristezza è per chi rimane. Ogni giorno – continua Giampaolo – guardo mia figlia. Purtroppo le hanno tolto una mamma e nessuno gliela potrà più ridare.


Un tono deciso, nonostante parole piene di dolore e malinconia. Giampaolo però non vuole fermarsi, lo fa per la piccola Gaia: Mi sento fortunato ad essere uscito vivo da Rigopiano, così almeno mia figlia ha un genitore. Ci è cambiata la vita, è cambiata a tutte le persone coinvolte. Queste feste natalizie – racconta – sono state durissime, veramente pesanti. Con i parenti delle altre vittime ci sentiamo e ci frequentiamo. Ora verranno giorni difficili, che cercheremo di affrontare anche grazie all’affetto della gente. In questo anno – precisa Giampaolo – c’è stata una grande solidarietà delle famiglie italiane.
Netta e concreta invece la lontananza delle Istituzioni ed è impossibile per Giampaolo, nonostante i propositi di evitare polemiche, non sottolineare il comportamento di chi rappresenta lo Stato. Alcuni si presentarono a Rigopiano nei momenti della tragedia. Tirati a lucido in giacca e cravatta, mentre noi lottavamo tra la vita e la morte. Poi il silenzio. Nessuno si è mai degnato di dedicare una parola per le vittime o per i loro parenti. Dopo quel 18 gennaio ho passato tre mesi in ospedale e non ho ricevuto visite da nessuna figura istituzionale. Non sono rassegnato, vado avanti per la mia strada in cerca di giustizia. I colpevoli pagheranno.
Rigopiano è ormai entrata di diritto nel libro nero delle vergogne italiane. Intercettazioni audio da brividi, tra chi implorava aiuto e chi liquidava con un <Quelli dell’albergo non devono scocciare>, mentre uomini, donne, bambini erano sotto quel cumulo di macerie e speravano. Speravano di veder spuntare prima o poi una mano tesa a liberarli da quell’incubo, nel quale però qualcuno è rimasto imprigionato. E la vita va avanti – come ci dice Giampaolo che ora insieme a Gaia vive a casa dei propri
genitori. Dorme nella stanza di quando era adolescente. Grazie al cielo ci sono loro. Non è facile a 34 anni dopo aver messo su famiglia, tornare indietro. Inoltre, nelle condizioni in cui sto, non posso lavorare. La pasticceria di Monterotondo l’ho affidata in gestione.
Ma come promesso Giampaolo vuole scacciare via i pensieri negativi e ricordare soprattutto chi non c’è più, lanciando un bacio al cielo, alla sua Valentina con il volto sereno di chi custodisce emozioni che mai andranno via. È stata una moglie e una mamma fantastica. Con Gaia ne parliamo spesso e ci facciamo delle grandi risate ripensando agli scherzi che le facevamo insieme. Il suo sorriso e il suo amore per noi non lo dimenticherò mai. Saranno impressi nel mio cuore per tutta la vita.

Ecco la pagina di QUI NEWS nell’uscita dell’11 gennaio 2018

 

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