Non è poi così difficile portare gli apparecchi acustici. Il primo ostacolo che dovremmo superare è l’imbarazzo e la paura che qualcuno se ne accorga e ci possa ferire e ghettizzare, ma se pensiamo che il nostro problema si veda già e tutte le persone accanto a noi sanno della nostra difficoltà, perché sentirsi a disagio? Tutto al più potranno pensare che siamo stati intelligenti a provvedere ad una sana soluzione che oltre a ridurre la nostra disabilità, interviene nella prevenzione e riduzione del calo uditivo. L’apparecchio attraverso la sua attività di stimolazione acustica, provvede ad una sana stimolazione neuro corticale, di tutta quella fitta rete neurale deputata all’attività uditiva, mantenendone il suo stato di salute e impedendone l’atrofizzazione neurale causata dalla deprivazione acustica. Potremmo paragonarla all’attività fisica che stimolando tutte le fasce muscolari del corpo e utilizzando tutte le attività trasmissive e recettive delle parti neurali collegate all’attività motoria, ne garantisce vitalità, efficienza e tonicità; non per caso si è sempre detto Mens sana in corpore sano.

È fondamentale mantenere un’attività cerebrale efficiente per allontanare il più possibile patologie di qualsiasi natura. Una vita dinamica, basata su una sana alimentazione, attività fisiche e intellettuali quotidiane, rapporti interpersonali, attività ludiche e ricreative, sono la cura per molte patologie e rappresentano i presupposti per una vita lunga, appagante ed in salute. Una vita statica, senza stimoli di qualsiasi natura, rappresenta il presupposto per cadere nella depressione, nella tristezza, nell’i solamento, nell’imbruttimento del corpo e della mente e la possibilità di imbattersi in patologie più o meno gravi. Volersi bene è la prima regola e ricorrere agli apparecchi acustici, quando è necessario, è motivo di salute non solo uditiva ma mentale. Infatti, la disabilità uditiva è risaputo a livello scientifico, porta ad una riduzione delle capacità cognitive, di conseguenza il risultato è l’isolamento dalle attività relazionali e lo spegnimento della vitalità cerebrale al punto che spesso problemi uditivi trascurati vengono confusi con la demenza senile.

Vogliatevi Bene, parola di Maurizio Serra 

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