di ROBERTO PANETTA / POGGIO MIRTETO – Franco Grillo, Giancarlo Micarelli, Stefano Rossetti, tre personaggi differenti ma un unico comun denominatore: una vita intera dedicata al calcio mirtense, con un’attenzione particolare alle giovanili. Grillo inizialmente è stato allenatore del vivaio, passando poi in prima squadra, fino a diventare direttore sportivo e tecnico, il tutto per quasi mezzo secolo. Micarelli invece è stato dapprincipio giocatore e capitano di tutte le giovanili e della prima squadra, poi dirigente, vicepresidente e infine presidente. Rossetti da 28 anni è il segretario storico, la vera mascotte.
Ma c’è una stagione, memorabile, che segna la rinascita del calcio a Poggio Mirteto. Anno 1981-’82, protagonisti Franco Grillo e Marco Iannizzi, conosciuto da tutti come ‘il messicano’. La ‘Mirtense’ è costretta a ripartire dalla terza categoria dopo che da un paio d’anni la squadra si era smantellata, senza iscriversi al campionato. Grillo, che da allenatore aveva ottenuto risultati eccezionali con gli Allievi e Juniores Provinciali (vittoria prestigiosa nel campionato Juniores ’74-’75 con Micarelli capitano), per poi passare in prima squadra, torna a Poggio nelle vesti di direttore sportivo. Come allenatore- giocatore viene scelto Marco Iannizzi.
“Società e tifosi devono tanto a Grillo – ricorda emozionato Micarelli -. È stato il ‘faro’, un vero padre di famiglia. Ci ha fatto innamorare del calcio e trasmesso tanta passione”. Gli fa eco Rossetti: “Di Grillo mi manca tutto, la sua capacità organizzativa e disponibilità, il suo modo di intendere il calcio all’antica”. E poi c’era ‘il messicano’, un uomo dall’aspetto burbero: “Iannizzi era un allenatore-giocatore tostissimo – racconta Micarelli -. Un vero picchiatore, giocava come stopper e dalle sue parti non si avvicinavano gli avversari tanta era la paura che incuteva”.
Grillo e Iannizzi, la coppia vincente che in due anni, ’81-’83, porta la Mirtense al doppio salto in prima categoria. Record di vittorie nei due campionati, entrambi senza sconfitte. Poi nella stagione ’84-’85 arriva una brutta sorpresa, protagonista proprio Micarelli: “Ci fu un disguido, non venne aggiornato un tesseramento e, guarda caso, riguardava proprio il mio – sorride -. Era tutto in buona fede ma la Federazione non volle sentire ragioni, ci penalizzò di una decina di punti e arrivò l’amara retrocessione in seconda”.
Così nella stagione ’85-’86 il calcio a Poggio Mirteto si ferma nuovamente. Un anno di stop e si riparte. Nuova vita, nuovo nome alla società che diventa Sabina Marathon Club, che poi muterà in Nuova Mirtense, disputando buoni campionati di terza categoria fino all’approdo in seconda, che coincide proprio con l’ingresso in società di Rossetti. Correva il lontano 1990. Micarelli nel frattempo diventa prima dirigente, poi vicepresidente e infine presidente nel ’93-’94. Ma l’anno della svolta è il 1995. Viene fondata l’U.S. Sabinia dalla fusione tra Montopoli e Nuova Mirtense, si parte dalla Promozione. Al secondo anno, nel 1996-’97, è subito Eccellenza sotto la guida di Massimiliano Gherri, con la vittoria del campionato ottenuta grazie ai gol di bomber Antonio Turchetti, che ha collezionato più di 200 reti in carriera. Da qui iniziano anni alterni tra Eccellenza e Promozione, col picco raggiunto nella stagione 2001-’02 con il quinto posto in classifica nel massimo campionato regionale. Proprio l’anno in cui in attacco doveva esserci Davide Moscardelli. Il ‘barba’, oggi in forza all’Arezzo, fu ad un passo dal vestire la maglia dell’U.S. Sabinia.
“Avevamo notato le sue ottime prestazioni con la Juniores del Maccarese – ricorda Micarelli -. L’abbiamo trattato per tutta l’estate del 2001, tant’è che venne a trovarci proprio al ‘Valletonda’ col papà, ma alla fine non trovammo l’accordo, ci chiese circa 8mila euro per un anno. Col senno del poi posso dire di essermene pentito”.
‘Il Mosca’ si accasò così al Guidonia, rivale in campionato. E vendetta fu fatta. Pochi mesi dopo scoppiò infatti la ‘bomba’ Moscardelli grazie al grande intuito del segretario Rossetti, soprannominato l’avvocato, colui che studia meticolosamente tutti i comunicati ufficiali. “Aveva una squalifica di 5 giornate dalla stagione precedente con la Juniores del Maccarese – spiega Rossetti -. L’anno prima ne aveva scontate solo 2 e passando al Guidonia aveva iniziato a giocare subito con i ‘grandi’ senza fermarsi. Noi li affrontammo alla 12esima giornata e avevo già tutte le scartoffie pronte da presentare in Federazione. Pronti via ci fece 2 gol, poi riuscimmo a pareggiare 2-2. Ma il risultato fu inutile perché il Guidonia perse la gara a tavolino oltre ad essere penalizzato di 11 punti in classifica”.

Juniores regionale La Sabina – Auschwitz-Birkenau 2007

Le soddisfazioni maggiori però per Rossetti e Micarelli arrivano dal settore giovanile de ‘La Sabina’: “Nel periodo migliore contavamo fino a 18 squadre con 230-240 tesserati – sottolinea Micarelli -. “Facevamo gola ai club più blasonati del Lazio che ci invidiavano l’organizzazione – afferma Rossetti -. Una delle stagioni più emozionanti fu quella del 2007-2008, con la vittoria del campionato Juniores Regionale, fascia B, da parte dei ragazzi allenati da Paolo Cardella (torneo rivinto nel 2009-’10 con Peppino Tulli in panchina).
Squadra che già l’anno precedente, nel giugno 2007, aveva raggiunto la finalissima, disputata al ‘Fiorini’ di Roma, al ‘Trofeo della Memoria – Árpád Weisz’, con 32 squadre al via. Arrivò una sconfitta per 2-0 contro il Latina, ma per le due finaliste era previsto come premio un viaggio, in memoria della Shoah, in visita ai campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau. A guidare il gruppo il capitano Edoardo Bentivoglio che calciò simbolicamente il pallone nel prato dove i nazisti costringevano gli ebrei deportati a disputare improbabili partite di pallone tra il 1940 e il ‘45. “Uno dei momenti più toccanti della mia carriera – dice Micarelli -. Ci siamo sempre battuti per il sociale e quella Juniores incarnava valori umani importantissimi”.

Auschwitz-Birkenau – Edoardo Bentivoglio calcia simbolicamente un pallone

L’anno scorso però, dopo una stagione molto tribolata, La Sabina è retrocessa in Promozione e non si è riscritta al campionato. Una nuova caduta per rifondare il tutto e rialzarsi più forti di prima, partendo sempre dai giovani. Quelli no, non possono proprio fermarsi. Infatti, anche quest’anno, la società ha riproposto 8 squadre per il settore giovanile, con fasce d’età comprese tra il 2001 e il 2012. Il futuro riparte da qui, riparte dai baldi giovincelli. Per il calcio dei grandi si può aspettare. Ommm…

 

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