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di SIMONE IPPOLITI/FIANO ROMANO – Sabato 14 ottobre u.s. si è svolta a Fiano Romano l’assemblea pubblica dei lavoratori della logistica del magazzino Pac 2000A in merito alla difficile situazione legata alle condizioni di lavoro dei magazzinieri che già nello scorso aprile avevano scioperato per rivendicare i loro diritti. La situazione è sempre più complicata – racconta Domenico Teramo, membro dell’Esecutivo Nazionale dei Cobas – purtroppo c’erano solo una quarantina di operai a partecipare (su 350 circa ndr), perché chiaramente la paura comincia a serpeggiare. A settembre ci sono stati 3 trasferimenti “punitivi” al magazzino di Pomezia, persone che si erano messe in mostra più di altre in questa protesta. Una di queste – precisa Teramo – ha subìto una contestazione disciplinare per aver pubblicato su Facebook il nostro comunicato.

E proprio nel comunicato si solleva la questione della tarantella impazzita di società e cooperative che si sono alternate di continuo – “Negli ultimi 12 anni nel magazzino di PAC 2000 A si sono date il cambio ben 8 cooperative, due delle quali nell’anno in corso… (per) aggirare gli obblighi fiscali e contributivi derivanti dall’assunzione diretta di lavoratori dipendenti, interponendo tra l’azienda e il lavoratore una cooperativa “a mutualità prevalente” che per i primi due anni può usufruire di sconti fiscali e contributivi”. E inoltre per “tenere sotto ricatto occupazionale i lavoratori che per paura di perdere il lavoro sono costretti ad accettare retribuzioni molto più basse di quelle contrattualmente spettanti e ritmi insostenibili”.

Ed è questo un altro tema caldo della protesta, in risposta all’ordine di servizio della nuova società che – come spiega Teramo – intima ai lavoratori di gestire almeno 160 colli l’ora (un collo ogni 24 secondi ndr) e se non viene rispettato questo ritmo c’è una sanzione disciplinare. Per monitorare il lavoro del singolo si utilizza il Voice, uno strumento fornito da PAC 2000; segnaleremo anche questo al garante della privacy e al Ministero del Lavoro. Naturalmente questo meccanismo porta il lavoratore a “spaccarsi la schiena” e a ignorare norme di sicurezza pur di garantire il risultato. Già un paio di magazzinieri sono stati licenziati per non aver rispettato questa media.

Una situazione alquanto spinosa che Qui News si promette di seguire da vicino. Già sul nostro sito potrete trovare la versione digitale dell’articolo, corredato dal comunicato integrale dei Cobas.

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