Spesso si pensa che non ci siano proprio perché, a differenza di pulci e zecche facilmente individuabili, i parassiti interni si rendono visibili solo in alcuni casi e/o quando raggiungono concentrazioni elevate nell’organismo. Da studi condotti di recente in ambiente urbano (parchi e giardini pubblici) è emerso che sono comunemente presenti in questi luoghi raggiungendo concentrazioni elevate: infatti è dimostrato che il 70% degli animali adulti pur essendo parassitati, risultano essere asintomatici. Che fare? Per prima cosa proteggere i nostri amici a quattro zampe: le linee guida prevedono quattro sverminazioni all’anno somministrate dopo l’esame delle feci, così da essere sicuri di trattare correttamente il parassita riscontrato. Ad alcuni può sembrare esagerato, ma è un dato che contrasta in modo netto quello che invece riscontro nella pratica quotidiana dove il vermifugo viene somministrato sì e no una volta l’anno, il più delle volte “alla cieca” cioè senza aver effettuato esami diagnostici.

E’ però importante ricordare che molti di questi parassiti possono essere trasmessi all’uomo (zoonosi), con sintomi e gravità diverse e che i bambini, gli anziani e gli immunodepressi rappresentano le categorie più’ a rischio. L’esame delle feci rappresenta l’unico test diagnostico ed è fondamentale effettuarlo con regolarità, soprattutto in presenza di sintomi quali: diarrea intermittente, difficoltà digestive, episodi di nausea/vomito, presenza di gas o gonfiori addominali, pelo opaco con o senza forfora e problematiche respiratorie. Fatevi consigliare dal veterinario, effettuate l’esame delle feci, qualsiasi sia l’età del cane o del gatto e rispettate le normali norme igieniche nella condivisione degli spazi, a cominciare dalla raccolta degli escrementi e l’eliminazione di quest’ultimi nel bidone dei rifiuti. Piccole attenzioni che possono migliorare la loro e la nostra qualità della vita.

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