di GIUSEPPE COMELLINI – Nata dal Latino parlato dalla civiltà romana, la nostra Madrelingua ha subito, nel corso dei secoli, una radicale metamorfosi. Dante Alighieri, considerato il padre della Lingua italiana, con il suo “Dolce Stilnovo”, rivestì grande potere sulla Lingua parlata del Trecento, soprattutto verso i ceti socialmente più elevati e colti, che man mano iniziarono a 17parlare e trasformare, portando così, quel rude idioma, ad una Lingua italiana volgare.
Un Documento che attesta il graduale passaggio dal Latino alla Lingua volgare, è conservato presso l’Abbazia di Montecassino, risalente all’anno 960. Nel Documento si parla di una disputa sorta tra l’Abbazia e un confinante di un piccolo Feudo che proditoriamente si era impossessato di una parte di terreno di proprietà dell’Abbazia. Il testo del Documento così recita:”Sao ko kelle terre per kelle fini que ki contene trenta anni le possette parte Sancti Benedicti”.(So [dichiaro] che quelle terre nei confini qui contenuti [qui riportati] per trent’anni sono state possedute dall’Ordine Benedettino).
Dalla frase qui riportata si intuisce il graduale passaggio dal Latino verso l’Italiano volgare. Di acqua ne è passata sotto i ponti da quel lontano Trecento! Nello scorrere dei secoli la nostra Lingua, come del resto capita a tutto ciò che vive, ha subito una lenta ma continua evoluzione, sia nei modi che nei termini.
Tuttavia oggi, si assiste con apprensione, ad un ricorrente fenomeno, dove gli errori grammaticali, i cosiddetti strafalcioni, sia nella Lingua parlata che scritta, sono diventati di notevole attualità. Come esempio, ne riportiamo solo alcuni, più comunemente usati:”qual’è”, “pultroppo”, “propio”, “avvolte”, “al linguine”, “c’è ne”.
Anche sui verbi, le scorrettezze abbondano, soprattutto nell’uso del congiuntivo: “L’importante che tu hai vinto la corsa”, (L’importante che tu abbia vinto la corsa). Senza parlare poi della “C” e della “Q”: “Proficuo” e non “Profiquo”, “Scuotere” e non “Squotere”, “Innocuo” e non “Innoquo”, eccetera. Il nostro Alessandro Manzoni, poeta, scrittore e classico cultore della Lingua italiana, sosteneva che il “Vocabolario” fosse lo strumento più adatto a propagare un Linguaggio corretto. Aggiungiamo che da un invito alla lettura, si potrà acquisire sicuramente un uso più idoneo della nostra Madrelingua.