di GABRIELLA TORRE/POGGIO MIRTETO

Quand’è che nasce tutto? Ho iniziato a studiare nella scuola di musica comunale di Poggio Mirteto quando avevo 6 anni. Mi ricordo che non era semplice perché il “sistema” di una volta prevedeva un primo periodo dedicato solo alla teoria, poi c’era il rito della consegna dello strumento. In realtà a casa ne giravano un bel po’ e il vero premio per me è stato poter suonare con la banda. La mia prima uscita fu la processione Madonna della Misericordia 1996. Mi ricordo perfettamente che di tutte le note scritte sulla parte ne facevo giuste 1015- Poi con il rumore dei fuochi d’artificio “andavo a orecchio” e ne indovinavo di più! Sono stati momenti indimenticabili: ricordo con grande affetto i vecchi maestri della banda Anna, Fabiana, Luciano e Claudio (attualmente maestro).

Una famiglia “musicale”: tuo nonno è stato direttore della banda del paese e tuo padre anche suonaSono state due figure importantissime. Mio nonno è stato un trombonista professionista presso la banda della polizia di Stato e mio padre un grandissimo appassionato. Ho avuto la fortuna di avere due grandi esempi da seguire. Hai raggiunto un grande risultato vincendo il concorso a Vienna ma eri già primo trombone all’orchestra del Santa Cecilia. Sacrifici e talento Il talento non basta, ci vuole motivazione, sono arrivato a studiare anche 14 ore al giorno, a un certo punto la mente dice basta… e a un certo punto anche il fisico dice basta, mal di schiena, tendinite…provate a stare 14 ore con un trombone in mano!!

Come stai vivendo questo momento? Sei eccitato o questa nuova avventura ti spaventa? Sono molto felice e non vedo l’ora di iniziare, mi sento come una tessera di un mosaico bellissimo, cercherò di splendere più che posso. Suonare in quell’orchestra significa far parte della storia perché lì ci sono stati i più grandi direttori, musicisti e compositori di tutti i tempi. Non parliamo poi di Vienna che è la culla della cultura e specialmente della musica. Tutto ciò è meraviglioso, ma sicuramente un po’ di timore che qualcosa possa andare storto ce l’ho. Porto molto rispetto per questa orchestra e l’ho sempre vista come un sogno, come una cosa inarrivabile e invece adesso ci sono dentro.

Non sei il primo “poggiano” a eccellere in questo campo. Penso ad Alessio Allegrini, prima di tutti, ma anche ad altri musicisti come Sabino Allegrini, Elena Bianchi e a molti altri che hanno scelto la musica come mestiere. Per la tua esperienza, come spieghi che Poggio Mirteto sforni tutti questi musicisti? Diego Allegrini, padre di Vinicio, Alessio e Sabino sostiene che, prendendo spunto da Virginia Wolf, per suonare bene bisogna mangiare bene, bere bene e vivere in un posto bello che aiuti a riflettere e a trovare se stessi…beh, se penso che parecchie ore di studio le ho fatte tra le nostre colline della Sabina …ha proprio ragione.

Il tuo caso, per certi versi, ti fa un po’ un “cervello in fuga”. Cosa offre l’Italia per i professionisti del tuo settore? Nel nostro paese i teatri e le orchestre trovano varie difficoltà. A volte sono gestiti male, mancano i fondi e a rimetterci sono sempre i musicisti. Ci sono tantissimi talenti in Italia, ma molti non hanno la possibilità di essere ascoltati. La musica non viene più studiata a scuola e quindi le nuove generazioni non si interessano. Abbiamo molto da imparare dagli altri Paesi.

Hai altri progetti in mente? Altri sogni da realizzare? Per adesso vorrei godermi il momento e prepararmi bene per cominciare questa nuova “avventura”. Ho già in progetto di incidere un disco con un mio amico di Salerno. Per quanto riguarda i sogni…beh certamente comprare un camper gigantesco e fare dei viaggi bellissimi. Sono sicuro che una città come Vienna mi stimolerà ad aprire le porte a nuovi orizzonti ed intraprendere nuove strade. Suonare in questa orchestra è già un sogno che si avvera. Non sarà facile lasciare la mia terra ed i miei amici, non sarebbe la prima volta perché nel 2011 sono andato a vivere a Torino e ci sono rimasto 3, anni ma non è un addio, è solo un arrivederci.

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