di ELEONORA FESTUCCIA – Lo scorso 24 febbraio, in località Osteria Nuova, sono stati presentati al pubblico i risultati degli ultimi lavori di recupero della Grotta dei Massacci: monumento funerario d’età romana risalente al II secolo d.C. che oggi sta riacquisendo la propria dignità storica e culturale dopo un passato in cui sembrava dover finire nel dimenticatoio. Grazie ad una serie di finanziamenti pubblici (europei e regionali) la Grotta promette di tornare alla luce ed essere motore di sviluppo per il territorio. Il sepolcro lascia stupefatti sia per l’importanza storica che riveste, sia perché rivela le incredibili capacità progettuali di chi fu in grado di concepire la sovrapposizione di questi enormi blocchi di calcare assemblati tra loro senza malta, in modo da formare addirittura una volta a crociera.

“Un monumento unico che per lungo tempo è stato inghiottito da un casale settecentesco – rivela a Qui News il Professor Tersilio romana dell’epoca; quella dei Bruttii Praesentes che tra l’altro possedevano anche una villa residenziale poco lontano dalla zona della Grotta. Proprio gli scavi effettuati nei pressi della residenza, agli inizi dell’800, portarono alla Leggio, illustre storico sabino. – Un’opera incredibile che può essere addirittura paragonata al Mausoleo di Adriano (più noto come Castel Sant’Angelo) ed è riconducibile ad una famiglia molto ben radicata nella società luce una serie di statue, vendute ai Torlonia e infine acquistate dalla Danimarca per essere esposte nel museo Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen, dove tutt’ora si trovano”.
Se i danesi hanno apprezzato più occasioni la storia e la cultura dei nostri territori, dobbiamo invece ammettere che per noi sabini non è stato sempre così semplice. La consapevolezza e la valorizzazione di un patrimonio culturale devono necessariamente passare per scelte e lungimiranza di chi amministra e propone un modello di sviluppo. La speranza dunque, è che il pieno recupero di quest’opera sia un primo step fondamentale per renderla parte di un bagaglio culturale condiviso; mentre fino ad oggi è stata una ricchezza solo parzialmente esplorata e conosciuta.


“Partendo dalla nostra dignità storica e culturale possiamo guardare al futuro e pensare ad un modello di sviluppo alternativo, che può essere assolutamente attrattivo anche dal punto di vista occupazionale” – così il Professor Leggio ben sintetizza tutte le potenzialità del patrimonio sabino. Potenzialità che non sono sfuggite al Comune di Frasso Sabino, ad oggi ente gestore della Grotta dei Massacci. “A breve – rivela il Sindaco Antonio Statuti – si avvierà una nuova fase di recupero e valorizzazione di questo prezioso monumento. Sono infatti in arrivo altri finanziamenti che consentiranno di completare i lavori. La gestione dell’area verrà successivamente affidata tramite bando, con l’idea di creare un vero e proprio polo di attrazione turistica, visitabile tutti i giorni, con annesse aree ristoro”.
Un lavoro di riscoperta identitaria che è iniziato nei primi anni ’60 e che promette finalmente di dare i suoi frutti. Ad oggi il sito è visitabile su prenotazione, contattando il Comune di Frasso Sabino che mette a disposizione personale esperto per le visite guidate. Un’occasione per fare un tuffo nella nostra storia, in una zona che parla del nostro passato, ma che oggi più che mai può rappresentare anche un’opportunità per il futuro.

Ecco la pagina di QUI NEWS nell’uscita del 15 marzo 2018

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