di SIMONE IPPOLITI – FIANO ROMANO –  È tornato dove è cresciuto e lo ha fatto emozionandosi. Francesco Vicari fresco della promozione in Serie A con la sua Spal, ha riabbracciato la sua gente, quella di Fiano Romano. Dall’alto del suo metro e 90, abbassa spesso lo sguardo, si passa la mano lungo il viso mentre riconosce parenti, amici, persone che lo hanno visto nascere. Allo stadio Sandro Pertini il paese si è radunato e numerosi sono i bambini della scuola calcio che allungano il collo per guardare da vicino il loro idolo – Francesco ci ha resi orgogliosi – dice il Sindaco Ottorino Ferilli – è una bellezza vedere tutti questi ragazzi che sognano di essere un giorno come lui, ha fatto felice una comunità intera. È vero che nel calcio ci vogliono qualità tecniche e fisiche, ma questo non basta. Negli occhi di Francesco si vede tutta la passione che mette ogni giorno in quello che fa.

Non capita a tutti di approdare in Serie A e lo sa bene anche l’Assessore allo Sport Davide Santonastaso – Conosco Francesco da tre anni, da quando era al Novara. Lo premio nuovamente ora che è in Serie A. È un esempio di serietà, è un ragazzo di Fiano Romano. Dico ai bambini di ispirarsi a lui, non solo per come gioca a calcio, ma per come è umanamente. Vestito di tutto punto, con il completo della Spal, Francesco si concede una partitella insieme ai bambini e non perde occasione per dare qualche consiglio su come giocare la palla, battere un corner, tirare una punizione. Esulta per un gol segnato, in un certo senso la sua mente torna a quando era uno di loro e sognava in grande. Arrivano poi le prime lacrime di gioia ed emozione naturalmente, nel sentire un messaggio audio del suo capitano Nicolas Giani. Poi è il momento di prendere il microfono – Per me è un onore essere qui. Il calcio deve essere un divertimento. Molti miei compagni in passato, pensando già di essere arrivati, hanno mollato. Ci vuole invece tanta umiltà, spirito di sacrificio e voglia di migliorare. Nella vita quello che conta veramente è essere una brava persona.

Lo sguardo di Francesco si perde nella tribuna principale dello stadio, cercando di incrociare gli occhi dei suoi genitori, fieri e orgogliosi del loro gigante buono – Fiano è la sua casa – ci confessa mamma Lucia – è rimasto sempre lo stesso. Ancora non ci rendiamo conto di quello che stiamo vivendo, siamo persone semplici. Tutta la famiglia ha fatto dei grossi sacrifici per accompagnarlo nel suo percorso, senza sapere come sarebbe andata a finire, ma per un figlio si fa questo ed altro. Da bambino – racconta Lucia – ha avuto la passione per la moto, poi voleva andare a cavallo, ma alla fine ha abbracciato un pallone e da quel giorno non l’ha più lasciato. Lucia mentre ricorda quei momenti ha gli occhi che le brillano, è un fiume in piena, di poche parole invece è il papà Claudio anche lui molto emozionato – Non ho mai avuto a che fare un granché con il mondo del calcio e non mi rendevo conto del suo talento. Quello che facevo – scherza – era montare in macchina e accendere il motore per accompagnarlo agli allenamenti.

Pioggia, grandine o neve, non erano un ostacolo per Francesco che con tutta la passione di questo mondo costringeva i genitori a portarlo al campo. Il suo idolo era Nesta, tifava (tifa ancora) Lazio, ma giocava con la Roma per la felicità tà della mamma giallorossa. Un vero e proprio Aquilupo come lo chiamava Lucia e se ora dovesse arrivare una chiamata dall’estero, in famiglia non hanno dubbi – Non ci sarebbe nessun problema, lo seguiremo. Sarà lui a decidere, come ha sempre fatto e fino a questo momento le cose sono andate bene. La serata intanto scorre veloce e Francesco non riesce a fare un passo senza essere braccato dai più piccoli per una firma sulla maglia, dai più grandi per un selfie da Serie A e dagli amici che ancora oggi lo sentono ogni giorno.

Lo conosco da 23 anni – ci dice Saverio – abbiamo giocato insieme fin da bambini. Specialmente da quando ne aveva 8, si percepiva il suo talento. In campo riusciva a “vedere degli spazi” dei quali gli altri non si accorgevano. Fisicamente era forte, usciva dalla difesa a testa alta con la palla al piede. Anche nel tiro era dieci volte superiore a noi. Con il campo invece non aveva grande confidenza l’altro suo amico Tiziano, che però ricorda la serietà di Francesco fuori e dentro il rettangolo di gioco – A differenza di altri suoi compagni di squadra non ha mai ceduto a distrazioni. Si vedeva che aveva una mentalità differente ed era sempre concentrato sul suo sogno di diventare un calciatore. Le ragazze? Beh il suo “giretto” quando era piccolo ce l’ha sempre avuto – scherzano Saverio e Tiziano che però sul presente si cuciono la bocca – No comment! Sappiamo, ma non possiamo dire nulla… La lingua invece si scioglie parlando dei colori biancocelesti – Sarebbe un sogno vederlo con la maglia della Lazio – dicono in coro – non sappiamo se il suo futuro sarà in Serie A oppure da altre parti. Di certo, al momento abbiamo un posto prenotato nella curva della Spal per sostenerlo come abbiamo sempre fatto e sarebbe il nostro primo acquisto al Fantacalcio!

Il momento più emozionante arriva in conclusione di serata. Francesco ritrova i suoi genitori e si mette in posa per la foto di rito. Insieme a loro, arrivano anche il fratello e i nonni materni. Stefano, per tutti Fausto, è suo nonno: una delle figure più importanti della sua vita – Se gioco a calcio è grazie a lui – dice sempre Francesco. Ora di tempo ne è passato da quando mano per mano si recava al campo con lui, che ora, accompagnato dal suo bastone, sorride quasi imbarazzato davanti ai flash – Eh…ma quanta importanza che ci date…! Del resto, da oggi anche lui è diventato un nonno di Serie A.

PARLA FRANCESCO VICARI 
PAROLA AL SINDACO FERILLI E CONSEGNA TARGA
PAROLA ALL’ASSESSORE SANTONASTASO
MESSAGGIO AUDIO DEL CAPITANO GIANI E VICARI SI COMMUOVE

© RIPRODUZIONE RISERVATA – La riproduzione, anche parziale, dell’articolo è consentita solo previa citazione della fonte quinews24.it I trasgressori saranno perseguibili a norma di legge.

 

 

 

Condividi!

Condividi quest'articolo dove vuoi.