di ELEONORA FESTUCCIA/FIANO ROMANO – Ogni mercoledì e giovedì c’è fila di fronte ai locali ASL di via Gramsci, una miriade di genitori in attesa per vaccinare i propri figli. Un’attesa che per la verità inizia ben prima delle 9 (orario di apertura dell’ambulatorio). Capita di incontrare mamme, davanti al portone chiuso, alle 6 del mattino, con gli occhi ancora abbottonati. C’è chi sguinzaglia i nonni che mettono la sveglia all’alba, o chi prende un giorno di ferie perché sa che la mattinata sarà lunga e impegnata per uno scopo non così semplice da raggiungere: tornare a casa con i bimbi vaccinati.

L’avventura inizia col piede sbagliato sin dall’inizio: la mamma o il papà si informano in rete su orari e metodi di prenotazione; scoprono che si accede al servizio su appuntamento e chiamano per prenotare, ma arriva la prima smentita perché non tutti i vaccini sono prenotabili, per alcuni l’accesso è senza appuntamento; soluzione forse pensata per accorciare i tempi di attesa ai più piccoli, ma che di fatto finisce per alimentare nuove discussioni. C’è dell’altro: l’ambulatorio è aperto il mercoledì dalle 9 alle 12 e poi dalle 14.30 alle 16.30; il giovedì solo la mattina, dalle 9 alle 12; tuttavia la fascia oraria di apertura al pubblico non fa fede, perché dal mese di luglio solo 25 fortunati possono accedere alle vaccinazioni. Quasi fosse una lotteria! Quale stupore quando chi arriva alle 9.15 scopre di non poter portare a termine la missione impossibile e trova altri che, come lui, imprecano rabbiosamente contro la totale disorganizzazione. Giorni di ferie o di scuola buttati al vento, bambini di pochi mesi urlanti rispediti a casa, figli svegliati all’alba senza risultato, nonni più o meno pazienti che aspettano il loro turno guadagnato magari dopo giorni di tentativi andati in fumo.

 Cosa accade fuori dai locali di via Gramsci? Chi arriva per primo, quando l’ambulatorio è chiuso, annota dei numeretti su fogli o fazzoletti e comincia a creare la fila che poi, all’apertura dei locali, viene gestita dal personale. Ma non finisce qui: come detto, sono disponibili solo 25 vaccini al giorno, questo significa che una famiglia con 3 figli occupa 3 posti e che quindi i numeri disponibili sono in realtà inferiori. Di fatto, per chi non può prenotare, l’ambulatorio non chiude i battenti alle 12, ma quando i 25 vaccini sono terminati e visto che i numeri vengono arbitrariamente distribuiti prima dell’apertura i posti si esauriscono in fretta, quando ancora l’ambulatorio è chiuso. Bisognerebbe andare molto presto, magari alle 5 o alle 6 del mattino, trascinando con sé anche bimbi di pochi mesi, esposti alle intemperie stagionali. Per la verità sul portone c’è un avviso che vieta la fila prima dell’apertura, un foglio che si legge con difficoltà, ma solo se la porta è chiusa e, tra le altre cose, non fa nessun riferimento allo scarso numero di vaccini disponibili. Comunicazione che di fatto non ostacola il formarsi della fila “fai da te”, anche perché chi arriva sul posto per la terza o quarta volta, magari dopo tentativi falliti, non vuole certo tornarsene a casa e si piega così alla coda irregolare. Le persone che si mettono pazientemente in fila, anche all’alba, non sono però ben informate sulle modalità di accesso e finiscono talvolta per aspettare inutilmente perché quando la struttura apre scoprono che le dosi disponibili sono pochissime.

Inoltre, una fila che si forma senza regole, non rispetta precedenze (a meno che il senso civico non intervenga) e non può rispettare norme di cui non conosce l’esistenza (ad es. sulla eventuale variazione di disponibilità dei vaccini). Pare che la battaglia in favore delle vaccinazioni non sia accompagnata dalla garanzia di un accesso facilitato alle stesse. In molti, anche dai paesi limitrofi, sono ricorsi alla ASL di Fiano Romano proprio per ottenere un vaccino senza appuntamento, ma l’impresa sembra impossibile anche qui.

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