di ELEONORA FESTUCCIA/FARA SABINA – È arrivata nella giornata di ieri, la notizia dell’atto preliminare di vendita di due piani del palazzo comunale di Fara Sabina. Il Comune si impegna così a cedere all’ATER di Rieti parte dei locali storici siti in via Santa Maria di Castello. In un momento particolarmente delicato per le casse comunali, questa è una notizia che crea nuovo dibattito intorno a temi già caldi. Una scelta non condivisa in nessun modo dall’opposizione che si unisce ancora una volta nella protesta e promette di organizzare, proprio a Fara, una manifestazione per contestare la scelta dell’Amministrazione Basilicata. Nel comunicato, diffuso da IdV, Articolo 1, PCI, PD e Sinistra Italiana, la minoranza esprime diverse perplessità: nonostante le rassicurazioni a mezzo social ed i manifesti propagandistici, le casse del comune sono vuote e, per rimpinguarle, c’è la necessità di svendere il patrimonio immobiliare. Inoltre, i firmatari della nota si interrogano anche sulla destinazione d’uso dei locali che, secondo comunicazioni ufficiali, dovrebbero essere utilizzati per ospitare corsi di alta formazione, ma per il gruppo di opposizione questa potrebbe essere solo una copertura per poter poi realizzare alloggi. Con questa vendita – prosegue il comunicato – La “parte alta” del comune continua a venire spolpata dei servizi essenziali, nonostante esprima ben 2 assessori e diversi consiglieri di maggioranza.  

Fara andrebbe ripopolata secondo il gruppo di opposizione, soprattutto in vista dell’arrivo di Amazon e dell’espansione del Polo logistico che determinerà un aumento di popolazione, ma la minoranza accusa in coro: la strada che si intende percorrere è un’altra, con Fara capoluogo destinata a rimanere nient’altro che un cerimoniere.

Di opinione opposta il Sindaco Basilicata che con un post su Facebook esprime grande soddisfazione per la vendita dei locali farensi e parla di un disegno organico di ampio respiro, una visione di Fara come centro culturale e del sapere, che restituisca centralità ad un borgo che da decenni è stato lentamente spogliato del suo ruolo di capoluogo. Insieme all’Ater di Rieti – continua il primo cittadino – abbiamo messo la prima pietra di questo grande progetto. Un primo passo, un atto d’intesa e univoco, che mette al centro Fara, come potenziale punto di eccellenza e di riferimento culturale del sapere, catalizzatore per l’intera sabina. Storia, formazione e innovazione, per il futuro e la rinascita del nostro bellissimo borgo.

Anche Eliseo Maggi, Commissario straordinario dell’ATER, riferisce nel comunicato ufficiale ATER che quei locali potrebbero ospitare un polo di formazione e sottolinea che l’idea è nata da contatti avuti  con importanti realtà del panorama formativo/universitario che potrebbero essere interessate a realizzare un nuovo polo per la zona di Fara. Il Comune si è mostrato disponibile a percorrere insieme a noi questa strada che certamente arricchirebbe l’offerta formativa e culturale della zona. Come Ater, per quanto di nostra competenza, siamo pronti a collaborare – ha detto Maggi.

Pareri contrapposti: cosa significherà questa vendita… Futuro o declino di Fara Sabina?

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