di ELEONORA FESTUCCIA/FARA SABINA – La stazione ferroviaria è un punto di riferimento fondamentale per gli abitanti del Comune, ma lo è anche per tutti quei pendolari dei paesi limitrofi che si spostano verso Roma. Un bacino d’utenza molto ampio, ma dal quale si continuano ad escludere le persone con disabilità. Le barriere architettoniche infatti, non permettono l’accesso ai binari, ma c’è di più: il servizio di assistenza che trenitalia offre ai disabili e alle persone con mobilità ridotta non è contemplato per la stazione di Fara Sabina. La fermata farense è classificata come “silver”; una stazione cioè che conta oltre 2500 fruitori giornalieri. Dal sito trenitalia risulta che “la quasi totalità delle stazioni classificate come platinum, gold e silver è dotata di posti auto riservati alle persone con disabilità ed è attrezzata per consentire l’accesso a persone con disabilità motoria almeno fino al primo marciapiede”. Ci sarebbe innanzitutto da interrogarsi su cosa voglia dire “fino al primo marciapiede” e che senso abbia un servizio a metà. In ogni caso, ciò che pare evidente è che di fatto la stazione di Fara Sabina, pur essendo classificata come “silver” non garantisce l’accesso a chi si muove con una sedia a rotelle. L’unico binario che potrebbe essere accessibile è il primo, ma chiunque abbia fruito del servizio metropolitano sa benissimo che da quel binario non passano treni direzione Roma o Poggio Mirteto-Orte. Nel 2017 le barriere architettoniche non dovrebbero essere più un tema su cui dibattere, perché non dovrebbero esistere in assoluto. Invece, ci troviamo a dover evidenziare una situazione che da anni ci vede spettatori pressoché impotenti. È giunta tuttavia alla nostra redazione una lettera che vogliamo proporvi, per evidenziare che in realtà la nostra impotenza è solo apparente e dura fintanto che non scegliamo di agire.

Passaggio chiuso da Via XXI Aprile

  • Mi chiamo Bruno Balzerani, fino a poco tempo fa ero dipendente delle Ferrovie dello Stato e prestavo servizio anche presso la stazione di Fara Sabina. Per diversi anni, nel mese di giugno, si presentava puntuale lo stesso problema: un gruppo di ragazzi disabili doveva prendere il treno da Fara e arrivare alla stazione Ostiense per la coincidenza verso Loreto. Ma le barriere architettoniche erano letteralmente insuperabili per disabili e accompagnatori. Quando anche la passerella, che fino a qualche anno prima collegava i binari, era stata rimossa perché vietata dalle “ferree” disposizioni F.S., mi sono ricordato del sentiero che da via XXI aprile costeggia i binari della stazione. Questo passaggio era impraticabile, così lo abbiamo disboscato e rimesso in funzione con l’aiuto di una ditta, riuscendo finalmente a far partire i ragazzi (il camminamento ricavato veniva reso agibile per questo caso specifico, ma ad oggi, anche per questioni di sicurezza, non è percorribile ndr) Tutto ciò si sarebbe potuto evitare con due servoscala. In realtà i servoscala c’erano da anni, ma erano ancora imballati e mai stati usati. Perché i macchinari istallati non venivano azionati? Forse erano serviti per fare colpo il giorno dell’inaugurazione del sottopasso, necessitavano però di personale abilitato… ma il personale costa! Più volte ho telefonato all’Ufficio preposto per risolvere i problemi dei disabili; ricevendo sempre la stessa e incredibile risposta: il servoscala a Fara Sabina non esisteva, la stazione non era tra quelle considerate importanti e l’unica maniera per far prendere il treno a quei ragazzi era portarli a Poggio Mirteto, dove avrebbero potuto utilizzare un ascensore per i movimenti da un binario all’altro. Di questa assurda e Fantozziana storia ho informato il Dirigente Responsabile, ma senza successo. Sono stato tra l’altro minacciato di licenziamento da un suo diretto dipendente in caso non avessi desistito con le mie rimostranze. Cose da pazzi: sentirsi dire da un Dirigente F.S. che i servoscala non esistono solo perché la burocrazia ha dimenticato di inserirli in qualche elenco è assurdo e deprimente. Poi, come un fulmine a ciel sereno, una mattina presto, il problema è stato risolto per sempre senza via di ritorno: i servoscala mai usati sono stati RIMOSSI. L’operazione è stata effettuata in silenzio, quasi di nascosto. Una storia ancora tristemente attuale, che può far riflettere tutti noi e, se possibile, anche chi si trova a dover prendere decisioni per gli altri.

Bruno oggi è pensionato, ma ancora non si capacita del fatto che alla stazione di Fara niente sia cambiato. Neanche noi riusciamo a capire come sia possibile, ma apprendiamo fiduciosi che su scala nazionale sono in programma interventi di natura strutturale e tecnologica per il superamento delle barriere architettoniche. Abbiamo chiesto conto a Trenitalia sulle tempistiche degli interventi e aspettiamo con fiducia una risposta esauriente. Non dimentichiamo che si tratta di un servizio di pubblica utilità e come tale deve riguardare tutti, nessuno escluso: non un anziano che non riesce a salire le scale, non una persona con le stampelle né, tanto meno, un ragazzo disabile.

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