di ELEONORA FESTUCCIA/PASSO CORESE – Amazon ha ufficialmente aperto i battenti il 18 settembre scorso, con i primi 400 lavoratori che hanno varcato la soglia e che si sono occupati delle operazioni di stoccaggio. Intanto, in questi giorni, nell’immenso magazzino di 70mila metri quadrati, faranno il loro ingresso gli altri impiegati. La struttura si appresta così ad essere pienamente operativa e, a pieno regime, conterà 1200 dipendenti, con picchi di assunzioni stagionali in alcuni periodi specifici (ad esempio sotto Natale). Le parole del Sindaco Basilicata, che ha celebrato l’apertura con un post sulla sua pagina Facebook, sono state di grande ottimismo e hanno identificato la fatidica data di apertura come Il primo giorno di un nuovo inizio che passo dopo passo offrirà concrete opportunità alla nostra Città. Nei giorni precedenti e successivi all’apertura si sono svolte le operazioni propedeutiche per l’inserimento dei lavoratori che hanno partecipato ai corsi sulla sicurezza e si sono sottoposti alle visite mediche.

Chi sta per prendere servizio sembra essere fiducioso in merito al futuro; parla di una forte attenzione proprio in materia di sicurezza, tanto che – qualcuno lo rivela – il corso è stato “addirittura” retribuito. Formazione retribuita? Una chimera per molti giovani che magari hanno ormai abbandonato i sogni nel cassetto dopo esperienze di stage non pagati, lavori in nero e licenziamenti facili. Ma non tutti sono d’accordo, e di questo avevamo già parlato. C’è chi pensa che sia solo uno specchietto per le allodole e che questi posti di lavoro saranno pagati a caro prezzo sia dagli operai che dalla cittadinanza. È ormai famosa l’inchiesta del New York Times che rivelava di controlli pressanti sul personale, turni di lavoro insostenibili, impiegati costretti a fare la spia sul rendimento dei colleghi e altri scenari apocalittici. Gli scettici inoltre non si danno pace per la questione ambientale: campagna deturpata e camion che affolleranno i punti di snodo sono un vero incubo, anche per chi aveva scelto la Sabina come rifugio dal caos e dal traffico di Roma. Il cambiamento non si può interpretare pienamente finché non avviene, questo è certo. Ma ormai è arrivato, e prima di interpretarlo dovremo anche viverlo, per forza di cose. Forse, a fare la differenza sarà la nostra capacità di essere resilienti.

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