di SIMONE IPPOLITI/CAPENA – Sono passati 28 anni da quel 15 giugno del 1989. Un gruppo di genitori, educatori, terapeuti e cittadini volontari danno vita all’Associazione LoÏc Francis-Lee. A Capena, anche se non tutti lo sanno, esiste uno spicchio di mondo, dove ragazzi con disabilità mentale possono trovare una realtà per crescere, vivere e avere una speranza per il futuro. L’Associazione si è sempre ingrandita – ci racconta la Vicepresidente Laura Garagnani – nel corso del tempo, oltre al centro diurno (accreditato con la Regione), sono state costruite una casa famiglia (accreditata con il Comune e in parte privata), una falegnameria e ora l’ultima arrivata, Casa Ingrid inaugurata a maggio, ma che partirà ufficialmente il 4 settembre. Quest’ultima – sottolinea con orgoglio la Garagnani – è stata costruita con le nostre forze e l’aiuto delle donazioni, senza nessun contributo da parte di ASL, Comune o Regione.

Dalla tessitura, alla pittura, passando per la falegnameria: sono solo alcune delle attività che scandiscono le giornate dei ragazzi che fanno parte di questa grande famiglia. Lavori manuali che aiutano lo sviluppo della persona stimolando emozioni, creatività, innescando una crescita interiore e di autostima. Il lavoro sul legno ad esempio, come indicato nel sito dell’Associazione, crea un rapporto speciale: si può definire come un tentativo terapeutico di manipolare la realtà, di costruire, di entrare dentro la vita rappresentata da questo tipo di materiale. Il metodo è quello antroposofico: credere nella persona, dargli maggiore sicurezza e trasmettere un’idea di futuro – continua la Vicepresidente Garagnani – qui i ragazzi si devono sentire a casa e a parte la bellezza del posto, quello che veramente fa la differenza è il modo in cui vengono seguiti. Il rapporto tra loro e gli operatori specializzati è di “1 a 1”. I volontari – precisa – non sono a contatto diretto con i ragazzi, che invece si rapportano con medici e operatori specializzati. Vorrei che tutti potessero avere la possibilità di una vita normale, le stesse chance, un lavoro e la libertà di divertirsi a loro piacimento. Tutto il Consiglio d’Amministrazione, il revisore dei conti e l’organizzazione in generale – spiega la Vicepresidente – è composto dai genitori dei ragazzi. Si opera naturalmente con il massimo della trasparenza e dell’onestà e chi più di loro punta al meglio per i loro figli?

Un mondo parallelo che punta però a mischiarsi con la realtà di tutti i giorni, grazie al lavoro di professionisti che offrono gli strumenti necessari per affrontare la vita quotidiana a chi senza un aiuto, rischia di perdersi. Ragazzi che con occhi diversi cercano la loro normalità.

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