di SIMONE IPPOLITI

5 –  Palla agli inglesi, del resto il calcio l’hanno inventato loro. Correva l’anno 1952/53, si giocava a Wembley la finale di FA Cup tra Blackpool e Bolton. Dopo 67 minuti di gioco il Bolton si porta sul 3 a 1, non resta che amministrare il doppio vantaggio. Eppure, accade l’imprevedibile. Il 38enne Stanley Matthews prende per mano i suoi e serve l’assist vincente a Mortensen, che nei minuti finali segna anche il gol del 3 pari. Ma non è ancora finita. A pochi secondi dal termine, Matthews si inventa un altro assist al bacio per Perry che firma il 4 a 2 del Blackpool e la condanna per i tifosi del Bolton. Quella partita, nonostante la tripletta di Mortensen, fu ribattezzata “The Matthews Final”, nome non gradito dall’umile Stanley.

4 – E’ il 16 ottobre del 2012. Si giocano le qualificazioni ai mondiali di Brasile tra Germania e Svezia. In 55 minuti i tedeschi si sbarazzano, almeno apparentemente, della formazione gialloblù guidata da Hamren. La doppietta di Klose e le reti di Mertesacker e Ozil asfaltano i poveri giocatori svedesi completamente storditi dal gioco brillante e martellante dei padroni di casa. Ma ecco che lo spirito della remuntada si impossessa di Ibra e compagni. In 31 minuti, dal 17’ al 48’, la Svezia mette a segno 4 reti. Ad aprire le danze è proprio Ibrahimovic, poi Lusting, Elmander e Elm fissano il risultato sul 4 pari. Nonostante tutto, la Svezia non riuscì poi a strappare il pass per il mondiale brasiliano, vinto proprio dalla Germania.

3 – Cari tifosi rossoneri, saltate questo punto. Era il 25 maggio del 2005, era la finale di Champions tra Milan e Liverpool. In campo ci sono ben 10 Coppe dei Campioni vinte tra le due squadre. Tutto inizia per il meglio, come se fosse una favola. La leggenda Paolo Maldini, decide di segnare uno dei suoi 33 gol di sempre proprio in quella serata. Pronti, via e dopo 55’’ è il capitano rossonero a girare in rete il pallone dell’1 a 0. Tutto scivola via come un lenzuolo di raso. Pirlo incanta, Kakà ispira e Crespo la butta dentro, per ben 2 volte. Il primo tempo si chiude sul risultato di 3 a 0 per il Milan. Nella ripresa i rossoneri vengono gelati subito dal colpo di testa di Gerrard che accorcia le distanze. Le gambe cominciano a tremare e Ancelotti in panchina non ha un buon presentimento. In 6 minuti succede di tutto: a segno vanno anche Smicer e Xabi Alonso. Il Liverpool riprende in mano la finale. Si va ai supplementari. Sheva da zero metri si vede respingere da Dudek il gol della vita. Qualcosa di inquietante e terribilmente maligno serpeggia sul terreno dell’Ataturk. Si va ai rigori. Serginho, Pirlo e Sheva sbagliano dal dischetto. Il diavolo è all’inferno.

2 – E’ una sorta di the end secolare. La finale di Champions League tra Manchester United e Barcellona, rimane uno dei ricordi legati al calcio più incredibili del XX secolo. Il Camp Nou di Barcellona fa da cornice a giocatori del calibro di Beckham, Giggs, Schmeichel dei Calipso Boys come venivano chiamati Yorke e Cole e poi ancora di Kahn, Basler, Matthaus e altri ancora. I tedeschi guidati da Hitzfeld passano subito grazie alla punizione di Basler. Il match è vivo, occasioni da una parte e dall’altra. Negli ultimi minuti però i Red Devils si fanno sotto e trovano un incredibile pareggio al 91’ grazie a al 33enne Sheringham, che con il guizzo di un ragazzetto è il più lesto di tutti. Passano 120 secondi e si consuma la tragedia calcistica per i bavaresi. Al minuto 93, Solskjær ci mette il piedone e gonfia la rete. Arriva il triplice fischio finale, il Manchester vince la sua seconda Champions League.

1 –  Entra di diritto nella speciale classifica delle remuntade il match tra il Barcellona e il Paris Saint Germain. I francesi avevano umiliato 22 giorni prima gli spagnoli con un secco poker. Le chiacchere stanno a zero, il tabellino del match di ritorno parla chiaro. Il risultato è di 3 a 1 per i padroni di casa, ma il Barca ha ancora bisogno di 3 gol per passare il turno. Il nemico? E’ il cronometro, ma nel giro di 7 minuti i catalani scrivono la storia. Doppietta di Neymar e gol di Sergi Roberto tra l’88’ e il 95’.  Del resto Luis Enrique aveva parlato chiaro alla vigilia “Se ne abbiamo subiti 4 possiamo farne 6”. Quando si dice che i giocatori ascoltano il proprio allenatore…

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