BORGO QUINZIO – Di seguito il comunicato a firma del Comitato Difesa Inquinamento elettromagnetico Borgo Quinzio/Corese Terra.

Sconcerto tra i membri del comitato: dopo un anno di segnalazioni e stop per irregolarità accertate, dopo un’ordinanza di rimozione della Prefettura, dalla notte al giorno, è stato installato un ripetitore sulla struttura. Nonostante il recente avvio di un nuovo iter per la rimozione da parte dell’Anas, stavolta a carico della Wireless Italiana S.p.A., la Società indicata come responsabile effettiva dell’installazione, i ripetitori sono stati montati.

Dopo l’udienza del 25 ottobre 2018, il giudice di pace aveva accolto l’opposizione della Tim, che negava la responsabilità esecutiva dell’opera. Il Comitato si era quindi rivolto all’Anas, che aveva immediatamente avviato una nuova procedura per la rimozione dell’;antenna, stavolta indirizzata alla Wireless Italiana S.p.A., la Società del gruppo Tim indicata come esecutrice materiale della struttura. Nonostante ciò, stamattina i ripetitori sono stati installati, come al solito alla chetichella.
I membri del Comitato: “Dalle informazioni ricevute in seguito alla sentenza, accogliendo il respingimento della Tim, il giudice di pace non aveva in alcun modo sostenuto la legittimità dell’opera, ma si era fermato davanti ad un ostacolo formale. Semplicemente, al posto della Tim, sarebbe dovuta intervenire la Società materialmente esecutrice dell’opera, la Wireless Italiana S.P.A. (Società del gruppo Tim). Eppure, nonostante le irregolarità accertate, che avevano condotto all’;ordinanza di rimozione emessa dalla Prefettura, stamattina i ripetitori sono stati installati. Da chi? Viene da chiedersi. Tra l’altro, ci sarebbe piaciuto poter assistere all’udienza del 25 Ottobre scorso, rigorosamente a porte chiuse, poiché si trattava di una questione importante e delicata, che interessava in primis la salute e la sicurezza dei cittadini, anche se pare che questo aspetto, fondamentale, sia destinato a restare in secondo piano rispetto agli interessi di
pochi”.

Il giudice di pace, dopo l’udienza a porte chiuse tenutasi lo scorso 25 ottobre presso il Tribunale di Poggio Mirteto, ha accolto l’opposizione della Tim all’ordinanza di rimozione emessa il 4 giugno scorso dalla Prefettura di Rieti, in quanto non sarebbe stata la Tim ad aver materialmente installato l’antenna, ma la Wireless Italiana S.p.A. (che è comunque una Società del gruppo Tim, stando alla notifica sull’albo pretorio del Comune di Fara in Sabina). Insomma, il giudice non avrebbe sostenuto la legittimità dell’opera di edificazione dell’antenna, ma si sarebbe dovuto fermare davanti ad un ostacolo formale.

I membri del Comitato hanno quindi fatto una nuova richiesta all’Anas, che ha già avviato un’altra procedura per la rimozione del palo ed il ripristino dello stato dei luoghi, stavolta a carico della Wireless Italiana S.p.A.. Ecco però che, come al solito a sorpresa, stamattina i residenti hanno trovato il ripetitore montato sull’antenna. Evidentemente le irregolarità accertate, la sicurezza, il principio di precauzione, la vicinanza alla scuola, i danni ambientali nulla possono contro gli interessi. Come dire, il far west continua. L’accoglimento del respingimento della Tim da parte del giudice di pace aveva destato già molte perplessità nei membri del Comitato, poiché fondato, pare, sul fatto che la Tim non fosse l’esecutrice materiale dell’opera. Strano però che questo errore sulle effettive responsabilità fosse emerso solo allora, visto che già il 19 marzo scorso l’Anas, in risposta a una segnalazione del Comitato, affermava di aver riscontrato gravi irregolarità nell’installazione del ripetitore (violazione delle norme contenute nell’art. 21, 1 e 4° comma del nuovo codice della strada) ed anticipava l’irrogazione di una multa, nonché la richiesta di ripristino dello stato dei luoghi a carico della Tim, che però non ha mai impugnato il verbale in questione, né esplicitato la propria estraneità alla realizzazione materiale del palo.

D’altra parte, la notifica sull’albo pretorio del Comune di Fara in Sabina, emessa l’11 Novembre 2017, relativa all’installazione di una “stazione radio base di telefonia cellulare, in via Borgo Nuovo, nell’area denominata SALARIA BORGO SANTA MARIA (sì, non è un refuso, c’è scritto così) citava proprio la Wireless Italiana S.p.A, una Società del gruppo Tim, e la Telecom Italia S.p.A in qualità di Società esecutrici dell’opera. Dunque da subito era chiaro quali fossero i responsabili effettivi.

Come mai è emerso solo dopo l’ordinanza di rimozione e dopo l’udienza del 25 ottobre? Dall’altra parte, le stranezze in questa vicenda sono state una costante, a partire dalla sopracitata notifica dell’lbo pretorio, assai criptica peraltro, che citava Borgo Santa Maria, anziché Borgo Quinzio. Come già ribadito in passato, al di là delle irregolarità di carattere tecnico evidenziate dall’Anas, i portavoce del Comitato sottolineano ancora una volta le ragioni che hanno ispirato e motivato il loro impegno, legate essenzialmente al mancato rispetto di un principio generale di precauzione che preservi dal pericolo di inquinamento elettromagnetico sia la scuola che le abitazioni prossime al ripetitore, oltre che all’evidente danno ambientale, economico e paesaggistico arrecato ai residenti ed alla comunità tutta.

 

 

 

 

 

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