PASSO CORESE – Si vede, eccome se si vede. Fiero, senza nascondersi, il grande capannone di Amazon svetta come una sorta di montagna tra i terreni di Fara in Sabina. L’azienda americana, che aprirà i battenti nel prossimo autunno, ha già scatenato dibattiti tra i cittadini. Una grande chance o una condanna?
Il colosso americano ha scelto Passo Corese “E’ per la sua posizione strategica – afferma Roy Perticucci, vicepresidente Operations Europe di Amazon – nel centro Italia e vicino all’autostrada, faciliterà la velocità nelle consegne”. Ed è proprio la velocità uno dei marchi di fabbrica della “grande A”: basta un click e in base alle proprie necessità, il prodotto scelto apparirà nelle vostre case in un tempo da record.
Numeri importanti quelli che accompagnano l’arrivo Amazon: l’investimento della sola azienda di Seattle si aggira intorno ai 150 milioni di euro con una prospettiva occupazionale di 1200 posti di lavoro entro tre anni dall’avvio dell’attività, senza contare che sono previsti picchi di offerta occupazionale nei periodi a più alta concentrazione di ordini e che quindi tra novembre e gennaio il numero dei lavoratori impiegati nel capannone dovrebbe raddoppiare, ma solo stagionalmente.
Quello di Passo Corese, è il secondo dei tre poli logistici di Amazon dopo quello realizzato quattro anni fa a Castel San Giovanni nel piacentino e quello che prenderà vita a Vercelli, pronto anch’esso nell’autunno di quest’anno.
Un quadretto quasi perfetto, la svolta per il territorio? Eppure qualcuno storce il naso. “Sarà un via vai di camion, inquinamento raddoppiato, che terra lasceremo ai nostri figli e nipoti?” Sembra essere questo uno dei temi ricorrenti di chi fatica a vedere quel gigante tra le colline sabine.
In risposta a questo, Amazon ha precisato che fin dalla progettazione e nel corso della costruzione della struttura coresina, è stato seguito passo dopo passo il vademecum del proprio piano di sostenibilità: riduzione delle emissioni di Co2, risparmio di acqua e controllo del consumo di acqua potabile, miglioramento dell’efficienza energetica complessiva dell’edificio, utilizzo di materiali a basso impatto ambientale, alto livello di isolamento termico e sonoro, adozione di una strategia di gestione efficiente di rifiuti e infine il parere di qualificati ecologisti ed esperti di tutela del paesaggio.
Dritto in rete, con le idee chiare, Amazon fa anche doppietta: “Sarà realizzata una seconda struttura più piccola nel polo della logistica di Passo Corese” confessa Andrea Ferroni presidente del Consorzio Industriale, che sarà impiegata per le consegne entro un’ora verso la Capitale.
“Non sono più gli anni ’50, apriamo al cambiamento” pensa qualcun altro.
Del resto “il mercato dell’e-commerce in Italia ha ancora piccoli numeri, il 5-7% del totale rispetto al 15-20% di Francia e Germania – spiega ancora Perticucci – ma l’Italia ha grande potenzialità di crescita, è una realtà molto appetibile”.
Alcuni sognavano un altro destino per questa terra, investimenti in altri progetti, magari a vocazione turistico-culturale.
Certo è che il polo della logistica di Passo Corese nasce concettualmente nel 1997 quando Amazon era ancora una neonata e pressochè sconosciuta realtà statunitense.
Le prospettive di sviluppo di quest’area strategica erano già allora state delineate, sebbene con i tratti di incertezza che possono derivare dall’imprevedibilità del futuro.
Quella di Amazon e del polo logistico ormai è una realtà che volente o nolente, il cittadino imparerà a conoscere col tempo. Da questo punto di vista è sicuramente importante affrontare il cambiamento con cognizione di causa, interessarsi a ciò che accade per essere parte del cambiamento o manifestare dissenso.
Il tema è variegato e richiede di essere affrontato da più punti di vista. Sono tanti gli spunti che ci avete offerto commentando sull’argomento nella nostra pagina Facebook, per questo nei prossimi numeri affronteremo la questione da più prospettive.
Quello che ci si augura naturalmente è che non ci sia un effetto boomerang e che soprattutto, battute a parte, non regali alla comunità il classico pacco.

Simone Ippoliti

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