di SIMONE IPPOLITI / FARA SABINA – Pro o contro Amazon? Il colosso americano si è ormai insediato a Passo Corese da quasi un anno, scatenando nel bene o nel male dibattito. In diversi numeri di Qui News abbiamo trattato la questione, riportando anche testimonianze di ormai ex lavoratori delusi dai loro giorni in Amazon. Questa volta invece, siamo stati contattati da un utente che attualmente ci lavora e ha chiesto espressamente di raccontare la sua esperienza che fino a questo momento è più che positiva.

GLI INIZI – A ottobre ho inviato la richiesta tramite internet e poco dopo ho fatto il colloquio con le agenzie interinali che si occupano delle assunzioni in Amazon. Dopo due giorni di corso sulla sicurezza, uno dedicato alle future mansioni e fatte le visite mediche, ho firmato un contratto di tre mesi part time (cosiddetto MOG – Monte Ore Garantito) che prevede un minimo di 64 ore mensili con una retribuzione di 550 euro netti. In caso di necessità, come accaduto nel periodo di picco natalizio, si lavora anche full time arrivando a prendere circa 1200 euro al mese. Nei primi giorni sono stato affiancato dagli extractor (tutor) che ti insegnano passo passo il lavoro e ti seguono nei compiti da svolgere.

CHI DENTRO E CHI FUORI – A fine gennaio, terminato il periodo di picco, hanno cominciato a mandare via un sacco di gente, circa il 60% dei magazzinieri. Ipotizzo che a pieno regime (nelle 24 ore) vengano impiegate circa 2000-2500 risorse. Di conseguenza, a gennaio circa 1000-1200 sono state mandate a casa. Ognuna di loro aveva un contratto differente, chi a 15 giorni, chi a un mese, chi a tre mesi come il mio. Questo per me è uno sbaglio, perché specialmente in soli 15 giorni, cosa ti può dimostrare una persona? “Era finito il periodo di picco”, è stato questo il motivo principale dei mancati rinnovi. Ad alcuni è stato detto che la produttività era anche buona, ma al momento non c’era bisogno di loro. L’azienda – secondo me – ha fatto una selezione accurata per poi inserire qualche lavoratore “fisso”. Vi posso garantire che molte persone che lavorano in Amazon, non reggerebbero i ritmi che si tengono in altri magazzini di Italia. Per non parlare della sicurezza. Qui è messa al primo posto. In altre realtà non viene rispettata nessuna norma. Un giorno lavori 8 ore, altri 1213. In Amazon questo non succede. A volte, poco prima della fine del turno, ti chiedono se vuoi fare una mezz’ora di straordinario. Puoi accettare, oppure no”.

Amazon – Postazione impacchettamento

CONTRATTO INDETERMINATO – Al termine del primo contratto di tre mesi, l’agenzia interinale mi ha fatto firmare il rinnovo (MOG) per un altro mese. Dopo 15 giorni, mi hanno chiamato direttamente da Amazon e ho sottoscritto con loro l’indeterminato full time per la posizione di magazzienere di sesto livello. Non me l’aspettavo. La paga si aggira sui 1200 euro netti al mese + buoni pasto di 5 euro al giorno, più tredicesima e quattordicesima. Riguardo alle altre situazioni, so che da circa un mese e mezzo, alcuni di quelli che erano stati mandati via a gennaio, stanno rientrando con contratti MOG di tre mesi.

QUALITA’ DEL LAVORO – L’organizzazione è maniacale, si lavora anche in un ambiente educato, non vola mai una parolaccia. L’unica cosa, è che gli stessi manager controllano la produzione. Devi lavorare. <<Sotto tarchio ce stai… non vai lì a pettinà le bambole>>. La media di impacchettamento è sui 100-120 all’ora. Io personalmente faccio ancora di più, ma c’è chi va ancora più veloce. Li vedi, sembrano delle macchine. Il lavoro è monotono, si parla poco, quasi nulla, visto il forte rumore dei rulli. Il gruppo è misto, poco meno del 50% sono donne, di tutte le età, dai 20 ai 50 anni. La maggior parte dei lavori sono sabini.

LATI NEGATIVI – La pausa è troppo breve. Dura 30 minuti, ma solo per andare e tornare dalla mensa ce ne vogliono 10. Nei rimanenti 20 minuti bisogna mangiare e andare al bagno. La porterei ad un’ora pur dovendo allungare la giornata di mezz’ora. Durante il lavoro invece, non mi hanno fatto storie per andare in bagno, anche se i locali non sono molto vicini dalle postazioni e per raggiungerli ci vogliono almeno 7-8 minuti. Un altro aspetto rilevante è la totale mancanza di un sindacato. Come è possibile che tutte quelle persone non sono tutelate da qualcuno? Non stiamo parlando di 5-10 lavoratori, ma di 3000. Questa è una carenza del nostro sistema. In un’azienda del genere, il sindacato dovrebbe essere posto proprio all’interno della struttura.

FUTURO – Ormai sono un uomo (tra i 35 e i 45). Non so vedermi tra 10-15 anni. Ho paura di non poter più reggere questo ritmo. Spero, con il passare degli anni, di essere impiegato in settori meno produttivi. Non credo che ad una certa età si possa rendere come un ragazzo di 20 anni. Alla mia esperienza in Amazon, avendo lavorato in passato in altri magazzini, per ora do un bel 9.

ECCO LA PAGINA DI QUI NEWS NELL’EDIZIONE DEL 7 GIUGNO 2018

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