FARA SABINA – 60 giorni fa usciva la notizia del disavanzo e si paventava lo scenario del pre-dissesto. Il Sindaco Basilicata un paio di settimane dopo aveva scritto sulla sua pagina Facebook alcune righe per fare chiarezza. Era una nota che in molti non avevano compreso, e che effettivamente non lasciava grandi spiragli di comprensione. In sostanza il Sindaco imputava ad una questione tecnica il buco che via via si stava scoprendo. Passano i giorni, le settimane… passano due mesi sul calendario. Oggi finalmente le parole del Sindaco che in sostanza ribadisce la natura tecnica del disavanzo, ma allo stesso tempo attacca duramente l’opposizione e le sue “truppe cammellate”.

Basilicata propone di nuovo la sua lettura, di una situazione del tutto normale. Ma che, se fosse normale, riguarderebbe tutti i 7968 Comuni italiani. Invece sono meno di 150 i Comuni che si trovano in pre-dissesto finanziario (dati repubblica al dicembre 2016).

Il primo cittadino aggiunge che il bilancio approvato in Consiglio lo scorso venerdì non sarebbe figlio del piano di riequilibrio finanziario (e quindi del buco di 10 milioni di euro). Le decisioni oggi prese a malincuore, vanno analizzate alla luce dell’attuale quadro che ci troviamo a dover affrontare, da cui ne consegue una razionalizzazione dei servizi, frutto di una scelta tecnica obbligata, derivante a sua volta dal cambio della normativa contabile degli enti locali – così Basilicata commenta il documento finanziario che taglierebbe oltre 320mila di spese.

Secondo la maggioranza sarebbe dunque un problema tecnico quello delle casse comunali, che però si sposta ora sul fronte politico: una serie di offese e recriminazioni reciproche tra maggioranza e opposizione hanno caratterizzato effettivamente anche l’ultima seduta del Consiglio comunale di cui Qui news vi parlerà nel numero che uscirà il 22 giugno. Offese che dovrebbero fermarsi poco prima di varcare la soglia di ciò che può essere accettato. E speriamo che così accada.

Al di là di tutto, nostro compito è quello di raccontare i territori che amiamo. E se per ascoltare alcune voci dobbiamo rifarci ad un post su Facebook, e così sia.

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